La scoliosi piaga mondiale

La scoliosi piaga mondiale

Dopo più di 50 anni di pratica professionale, il problema della scoliosi mi affligge ancora.

Sin dai primi tempi nella mia professione sono stato incaricato di creare, organizzare e far funzionare il servizio di rieducazione funzionale di un ospedale parigiano. Ho seguito regolarmente le consultazioni di tre chirurgi ortopedici che vi lavoravano, fondamentalmente imperniate sul rachide. Tra le loro consultazioni e il mio servizio, penso di aver visto all’incirca 20.000 scoliosi. Ho visto soprattutto la loro drammatica evoluzione progressiva. 
Ho sempre avuto la certezza, ed ora l’esperienza che una scoliosi grave è sempre una piccola scoliosi che si è lasciata evolvere. Un gran servizio francese specialistico per la scoliosi si interessa alle deformazioni solo dopo che hanno raggiunto i 25 anni. Non esiste nulla prima di questi 25, se non una ginnastica del tutto inefficace. E’ questa la ragione della mia lotta che dura da 50 anni.

Si deve essere consci che da un certo stadio in poi la scoliosi è definitiva e che nessun trattamento può farla scomparire, come invece purtroppo alcuni promettono.



Prima di tutto si debbono distinguere due tipi di scoliosi: la scoliosi strutturale e la scoliosi statica.


La scoliosi strutturale è dovuta ad una anomalia anatomica innata o acquisita come le scoliosi congenite o le scoliosi paralitiche. Queste non sono mai di competenza del fisioterapista e rappresentano circa il 5% delle scoliosi.

Le Scoliosi più frequenti (95%) sono quelle che qui ci interessano, le scoliosi statiche. 
Non intendo, in questa sede, sviluppare spiegazioni scientifiche, ma lanciare un grido per richiamare l’attenzione delle famiglie, dei medici, degli educatori, del mondo scolastico e medico. No, la scoliosi non è una fatalità ereditaria. Sì, si può prevederla attraverso un semplice esame statitico. Sì, si può evitarla o almeno limitarla se si inizia ad occuparsene con sufficiente tempestività.

Mille teorie sono state enunciate sulle cause della scoliosi. La cosa è relativamente semplice. La scoliosi è un compenso fisiologico di uno squilibrio statico che si è fissato. Constatare questi squilibrio statico permette di prevedere la scoliosi.

L’uomo in piedi è un solido in equilibrio. Come tutti i corpi in equilibrio, è sottomesso alle Leggi della Gravitazione Universale. 

Perché un corpo sia in equilibrio, è necessario che la verticale abbassata dal suo baricentro cada nella base di sostegno.

Questa è la legge di base, che impariamo già nei primi anni di scuola. La base di sostegno dell’uomo è la superficie di suolo delimitata dai punti d’appoggio di suoi piedi. Essa ha dimensioni e forma molto variabili. Il baricentro è situato a livello del tronco. La sua posizione può variare col variare della posizione dei diversi segmenti nello spazio. Esso deve, poi, spostarsi continamente insieme alla base di sostegno per conservare l’equilibrio. Questi due elementi variabili che controllano il nostro equilibrio ci inducono a richiamare i 3 corollari di questa prima legge.

  1. Quando la verticale abbassata dal baricentro cade al centro della base di sostegno: l’equilibrio è detto stabile. Non è necessaria alcuna forza per controllare questa stabilità.
  2. Quando la linea abbassata dal baricentro cade sulla periferia della base di sostegno: l’equilibrio è detto instabile. Essendo apparsa una leva d’azione della forza di gravità, diviene necessaria una forza di controllo per evitare che l’instabilità divenga uno squilibrio.
  3. Quando la linea abbassata del baricentro cade all’esterno della base di sostegno: è uno squilibrio.

 

Considerando le variazioni della base di sostegno e gli spostamenti del baricentro, l’equilibrio del uomo è fatto di instabilità controllate e di squilibri compensati.
 Per le instabilità, la forza di controllo è la “tonicità muscolare posturale”. E’ una muscolatura riflessa, dunque inconscia, sulla quale l’uomo non ha alcun potere. Per i squilibri il corpo umano deve rispondere ad una seconda Legge, quella degli insiemi in equilibrio.



In un insieme di pezzi in equilibrio gli uni sugli altri, qualsiasi squilibrio deve essere compensato da uno squilibrio inverse, dello stesso valore e nello stesso piano.



Nell’uomo, poiché il baricentro si trova a livello del tronco, tutti i compensi si creano a questo livello.
 Con questo richiamo di fisica elementare diviene facile capire la patologia della funzione statica. Quando uno squilibrio a livello dell’arto inferiore o a livello del segmento scapolo-cervico-cefalico diviene permanente, esso diventa una deformazione, la sua compensazione diviene permanente e diventa una compensazione. La scoliosi è un compenso fisiologico statico che diviene permanente fissandosi.

La gravità della scoliosi non è nella sua fisiopatologica meccanica. E’ nella sua fissazione e nella sua evoluzione.
Il mondo medico e quello delle famiglie dei malati stentano a capirlo. Bisogna sapere che la scoliosi è innanzitutto una deformazione della crescita. La crescita dell’apparato locomotore del bambino è particolare. E’ fatta di una crescita che definiremo fisiologica: quella dell’osso, e di una crescita che possiamo definire riflessa: quella delle aponeurosi e delle fibre muscolari. 
Le ossa hanno degli organi di crescita: “le cartilagini di coniugazione” la cui attività è totalmente imprevidibile. Un bambino può crescere di parecchi centimetri in tre o quattro mesi, poi restare stabile per uno o anche due anni, in età diverse per ciascun individuo. Sono queste fasi, queste “ondate di crescita” ad essere pericolose per l’evoluzione della scoliosi. Devono essere previste e sorvegliate per evitare l’evoluzione.

La crescita in lunghezza del sistema muscolo-aponeurotico è dovuta alla tensione che gli è imposta dall’allungamento osseo. Più questa tensione è importante, maggiore è l’allungamento muscolare. Nelle deformazioni statiche del rachide, la tensione è minore dal lato dello squilibrio, dal lato delle concavità scoliotica. Al contrario essa aumentata dal lato della convessità. Ad ogni “ondata di crescita” lo squilibrio muscolo-aponeurotico si esagera, la deformazione si aggrava e si fissa nel suo aggravamento. Non è lo squilibrio muscolare che è la causa della scoliosi, ma è la scoliosi che è responsabile dello squilibrio muscolare.

Per riassumere i vari stadi della Scoliosi, soprattutto per concepire il trattamento diverso che ad essi deve corrispondere, diremo che:

  1. C’è la prescoliosi. Uno squilibrio statico su un arto inferiore o a livello scapulo-cervico-cefalico fa pensare che possa essere il punto di partenza di una compensazione scoliotica ascendente o discendente. Questo soprattutto se il bambino è astenico. Una misurazione in posizione eretta e in posizione seduta, eseguita tutte le settimane, permetterà di prevedere le “ondate di crescita” durante le quali la sorveglianza sarà importante. Naturalmente, quando questo è possibile, s’intraprenderà un trattamento curativo dello squilibrio statico.
  2. La scoliosi di 1° grado è una leggera deformazione che appare in posizione eretta e scompare in posizione coricata. Si presentano qui due possibilità:
    • In posizione eretta appare una semplice concavità senza rotazione. E’ un atteggiamento scoliotico che richiede un’attenta sorveglianza o anche un piccolo trattamento posturale durante i periodi di crescita. E’ un bambino che non deve affaticarsi.
    • In posizione eretta appare soprattutto una rotazione vertebrale, o lombare, o dorsale. E’ una scoliosi di 1° grado a rischio. L’esame statico deve ricercare la causa di questa rotazione di compenso e correggerla, se ciò è possibile. Si deve intraprendere un trattamento posturale, trattamento che dovrà essere accentuato durante le “ondate di crescita”. Se la causa della rotazione non può essere corretta, è prudente far portare al bambino un corsetto leggero di mantenimento durante i periodi di crescita, corsetto che può essere realizzato con poca spesa dal fisioterapista. Il suo utilizzo può essere modulato; 24 ore su 24 nel pieno dell’ondata, togliendolo al mattino fino alle 10, fino a mezzogiorno, al pomeriggio, fino alle 16, ecc… Si dovrà tenerlo sempre di notte poiché di notte la crescita è particolarmente attiva.
  3. La deformazione non scompare più:
    • Se la causa del compenso scoliotico può essere corretta rapidamente, tale correzione dominerà il trattamento. La sorveglianza dei rischi d’evoluzione sarà severa. Al paziente si deve vietare qualsiasi sforzo e affaticamento. Un corsetto di mantinimento durante le “ondate di crescita” e di periodi di stanchezza sarà indispensabile. Non di deve dimenticare che l’evoluzione va più in fretta del migliore dei trattamenti.
    • Se la causa del compenso scoliotico non può essere corretta, sarà obbligatorio indossare il corsetto di mantenimento 24 ore su 24 durante le “ondate di crescita” ed i periodi di stanchezza, modulandone l’uso con prudenza al di fuori delle ondate. Questo fino alla fine della crescita, anche se il trattamento è efficace.
  4. La deformazione scoliotica non scompare più in trazione. E’ una scoliosi fissata definitivamente da una mancanza d’allungamento del sistema muscolo-aponeurotico. Non sono più scoliosi di competenza del fisioterapista. Si possono prendere in considerazione diversi trattamenti:
    • Il bambino ha ancora parecchi anni di crescita. Il trattamento logico è un corsetto ortopedico di correzione di cui il mio amico G. Allegre di Lione ha dato il modelo agli imitatori. Per mezzo di pressioni progressive ben orientate sulle gibbosità, questo corsetto inverte le tensioni durante le “ondate di crescita”. Utilizza, così, per la correzione la fisiologia dell’evoluzione. In ogni modo, poiché la correzione non è mai completa, le curve devono essere fissate definitivamente de un’artrodesi chirurgica.
    • Il soggetto ha gia terminato la sua crescita ma le curve scoliotiche sono morbide e migliorano in trazione. Un corsetto di raddrizzamento, indossato per qualche settimane, porterà le curve al massimo della loro elasticità, le quali saranno poi fissate definitivamente con un’artrodesi.
    • La deformazione è rigida. Rimane identica nelle tre posizioni. Il soggetto va lasciato in pace ma sorvegliato. Soprattutto non si devono ammorbidire le curve con un trattamento ginnico o fisioterapico totalemente inutile.

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