Quale è la patologia della muscolatura fasica?
PATOLOGIA MUSCOLATURA FASICA
La patologia muscolare è stata e resta spesso per la fisioterapia: la debolezza. Riceviamo numerose prescrizioni di lavoro muscolare. Per i medici, la ginnastica resta il trattamento delle lombalgie e altre algie vertebrali. E' necessario uscire da questa patologia errata. La fisiologia ci ha dimostrato che avevamo tre diverse muscolature: la muscolatura fasica a servizio della funzione dinamica, la muscolatura tonica legata alla funzione statica, la muscolatura direzionale legata all'armonizzazione del gesto. A servizio delle diverse funzioni, non possono avere la stessa patologia.
Vediamo la muscolatura fasica.
Conosciamo la patologia della muscolatura fasica da decenni. Si tratta, come abbiamo appena detto, della debolezza che trattiamo in modo classico con degli esercizi contro la resistenza. E' una rieducazione analitica indispensabile nei casi di artrofia, ma è spesso mal condotta. Da sempre, si giudica la funzione di un muscolo attraverso le sue due inserzioni estreme. E' necessario notare che, ciò che viene definito un muscolo è costituito da fibre più o meno lunghe, da unità motrici con orientamento diverso. Per sollecitare tutte le fibre, gli esercizi devono essere fatti in tutte le ampiezze, ossia dopo un buon recupero articolare. Bisogna far lavorare il muscolo in tutti gli orientamenti ai quali interviene. Il grande gluteo, per esempio, è estensore della coscia ma ne è ugualmente il rotatore esterno; il medio gluteo è abduttore, ma è ugualmente rotatore interno dell'arto inferiore. La maggior parte dei muscoli, per non dire tutti, hanno così più funzioni che bisogna sollecitare.
Oltre alla forza, il muscolo dinamico deve avere una seconda qualità secondo noi molto più importante: la resistenza. La vita moderna richiede più resistenza che forza; nella maggior parte dei casi, è il ritorno alla funzione che ridà ai muscoli la loro forza necessaria. Per noi, si tratta del lavoro più importante nella rieducazione funzionale. Paradossalmente è il più trascurato. Dopo un “messa in quadro” e qualche seduta, il paziente è spesso lasciato a sé stesso. Rivede il suo medico o chirurgo, mai il suo fisioterapista. Fa troppo o non abbastanza e impiega spesso dei mesi prima di ritrovare una vita normale. Come l'allenatore sportivo stabilisce per il suo atleta un piano di allenamento preciso basato su una progressione rigorosa, il rieducatore deve seguire il suo paziente e imporgli un piano di rieducazione rigoroso che controlli.